13 corsi di italiano con il progetto “Lingua e Lavoro, beni comuni” sostenuto dalla Fondazione Santo Stefano

Si è concluso nei giorni scorsi il progetto Lingua e Lavoro, beni comuni realizzato dalla Associazione Migranti della Venezia Orientale onlus, sostenuto dalla Fondazione di Comunità Santo Stefano con il bando n.23/2014. Obiettivo del progetto la realizzazione di corsi di lingua italiana di diverso livello (dalla alfabetizzazione alla scrittura) per i cittadini stranieri immigrati nel territorio portogruarese.

I risultati ottenuti superano le stesse aspettative dei promotori anche grazie alla collaborazione con la Croce Rossa Italiana di Portogruaro e il volontariato di Annone Veneto.

Ben 13 i docenti impegnati a titolo di volontariato (in gran parte docenti provenienti dalle scuole primarie, secondarie superiori, Università e di italiano all’estero). Il loro lavoro è stato coordinato a livello didattico dalla prof.ssa Pierina Secondin.

Sono stati realizzati (gli ultimi si concluderanno nelle prossime settimane) 13 corsi sia a Portogruaro presso la sede di AMVO onlus in via Zappetti 41 che ad Annone Veneto presso la sede dell’Associazione Culturale Islamica Assalam ed il Centro Civico comunale.

In totale vi hanno partecipato nr. 139 cittadini stranieri (65% donne) originari da: Marocco, Egitto, Isola di Pasqua, Ucraina, Bangladesh, India, Pakistan, Romania, Polonia, Brasile, Nigeria, Mali, Senegal, Albania, Kosovo, Ghana, Germania, Taiwan, Angola, repubblica Domenicana, Tailandia, Russia.

Buona la frequenza ed una parte dei corsisti ha potuto superare le prove di italiano previste per il conseguimento del Permesso di soggiorno di lungo periodo (ex Carta di Soggiorno). Per altri le competenze linguistiche acquisite hanno permesso di migliorare la loro collocazione nel mercato del lavoro e le opportunità occupazionali. Per molte donne la partecipazione ai corsi ha anche favorito la socializzazione e migliorato le condizioni di integrazione nella vita sociale e civile.

Nel corso del progetto sono emersi anche alcuni particolari bisogni che saranno oggetto di una specifica programmazione per il prossimo periodo come ad esempio: l’acquisizione di competenze per ottenere il Permesso di soggiorno di lungo periodo e l’italiano per le madri di neonati o di alunni delle scuole primarie.

Portogruaro 22 giugno 2015

 

 

Sul Piave c’eravamo anche noi. Da Portogruaro a Vittorio Veneto

Dopo il convegno sul Profugato di Annone Veneto, seguito da un pubblico come non mai attento, partecipe e coinvolto nelle emozioni, il progetto “I colori del Leone_4” dedicato al Centenario della Grande Guerra prosegue con l’iniziativa “Sul Piave c’eravamo anche noi” che si svolgerà sabato 6 giugno prossimo. Intenso il programma dell’evento che prevede una visita guidata al Museo della Battaglia di Vittorio Veneto preceduta da una breve conferenza del prof. Mauro Pitteri sulle nazionalità dei combattenti nel fronte italiano, Piave compreso, durante la Grande Guerra. Un aspetto questo poco noto del conflitto che spesso viene liquidato come lo scontro tra gli eserciti del Regno d’Italia e dell’Austria-Ungheria. Invece dopo Caporetto, in soccorso dell’Italia, inviarono truppe sia la Francia che la Gran Bretagna. Operava già sul suolo italiano la Croce Rossa Americana. Soldati ausiliari dei tre eserciti, italiano, francese e inglese, provenivano dalle rispettive colonie o dai domini del Commonwealt. Sul fronte opposto, senza l’aiuto determinante delle divisioni tedesche, l’esercito austroungarico non sarebbe riuscito a sfondare nella XII battaglia dell’Isonzo. Tale esercito arruolava soldati provenienti dalle diverse nazionalità soggette a Vienna e a Budapest. La ricerca storica condotta tra i documenti, le testimonianze, i diari dell’epoca e i Cimiteri di Guerra sparsi nel Triveneto propongono invece una lista di nazionalità dei combattenti o comunque dei soldati coinvolti che va dall’Etiopia alla Russia, zingari compresi.

Conoscere questa parte della storia, ricordare questi aspetti di quella che Papa Benedetto XV definì una “inutile strage” è un atto doveroso. Un contributo utile a rendere più vicini coloro che sentiamo più lontani. La Grande Guerra, di cui ricorre il Centenario, fu veramente di tutti; la pace può esserlo solo se è per tutti.

Profughi, una storia comune. Convegno ad Annone Veneto

(Galleria fotografica su pagina Facebook). L’Associazione Migranti della Venezia Orientale ha organizzato per domenica 31 maggio p.v. presso il Centro Civico di Annone Veneto (ore 15.00) il convegno “Profughi, una storia comune”.  L’iniziativa è parte di un progetto con il quale l’associazione dei migranti intende celebrare il Centenario della Grande Guerra durante la quale oltre 600mila veneti, friulani, giuliani e trentini furono costretti la lasciare le proprie case, ricche o povere, per cercare rifugio lontano dai fronti di combattimento. Alcuni arrivarono fino in Sicilia. Le loro vicende umane, che si ritrovano nei diari, nei documenti ufficiali e nelle testimonianze scritte, presentato clamorose analogie con quelle dei profughi che arrivano oggi in Italia ed in Europa fuggendo da altre guerre.

Le vicende dei veneti e gli altri italiani profughi nel 1917 e 1918 saranno descritte da un racconto a due voci: da una parte il prof. Pitteri che ne traccerà la parte storica, dall’altra l’attore Filippo Facca che darà voce alle testimonianze dell’epoca.

Il parallelo con i profughi di oggi sarà delineato da testimoni di eccezione: Giuseppina Maria Nicolini sindaco di Lampedusa e Linosa, Lama Al Haia Abd Alrahim rappresentante dei comitati palestinesi per la resistenza non violenta e Luisa Morgantini già vicepresidente Parlamento Europeo e incaricata politiche per l’Africa.

L’iniziativa, che gode del patrocinio del Comune di Annone Veneto, si svolge nell’ambito del progetto I colori del Leone 4 approvato dalla Provincia di Venezia, con la partecipazione finanziaria della Regione Veneto. Vi aderiscono ANPI, Assalam, Ambasciatori Mediterraneo, Centro Documentazione Mori, Comitato per la Pace, Croce Rossa Italiana, Dacupa, Hermandad, Mandenko, Moldova Moderna, Kosova, Roksolana, Senegalesi Veneto Orientale, Sahat Kula.

Festa della cittadinanza a Cinto Caomaggiore (VE)

(galleria fotografica su Facebook) – Cittadinanza simbolica per i minori di Cinto Caomaggiore figli di immigrati ma nati in Italia. L’amministrazione comunale di Cinto Caomaggiore ha infatti accolto l’appello lanciato dall’associazione Migranti della Venezia Orientale e dal volontariato sociale che chiedevano un atto concreto di riconoscimento dei diritti di cittadinanza per i minori, come peraltro più volte perorato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La deliberazione è stata approvata a maggioranza dal Consiglio Comunale sabato 28 marzo e l’attestato di cittadinanza è stato consegnato dal Sindaco, Gianluca Falcomer, già il giorno dopo con un cerimonia organizzata nell’ambito della XV edizione della Festa dell’Accoglienza promossa dal Gruppo di Solidarietà cintese in collaborazione con l’Associazione Migranti della Venezia Orientale, Assalam, Avis e La Buona Strada.

La giornata di sole ha favorito la partecipazione alla iniziativa e le famiglie italiane e straniere hanno riempito la sala teatro della Parrocchia di San Biagio dove si sono esibiti con recite (brani tratti da La Valigia) e canti corali degli alunni dell’Istituto Comprensivo Ippolito Nievo di Cinto Caomaggiore. In questo piccolo comune del Veneto (poco più di 3.300 abitanti) vivono più di 80 minori figli di cittadini immigrati di cui 56 nati in Italia: le loro famiglie provengono da12 diversi Paesi, di cui 9 extra UE (Bosnia- Erzegovina, Filippine, Burkina Faso, Marocco, Macedonia, Albania, Egitto, Colombia, Repubblica Popolare Cinese) e 3 della Unione Europea: Polonia, Croazia e Romania.

Cinto Caomaggiore è il quarto Comune del portogruarese a riconoscere la cittadinanza simbolica, dopo Portogruaro, Concordia Sagittaria e Fossalta di Portogruaro.

Una festa pienamente riuscita che si è conclusa con una foto di gruppo davanti al Municipio seguita da un rinfresco.  “Ci aspettiamo che anche gli altri piccoli comuni del portogruarese seguano l’esempio di Cinto Caomaggiore- hanno commentato i responsabili di Amvo onlus anche perché, come ha sottolineato il sindaco “ pur non avendo alcun valore giuridico la cittadinanza simbolica rappresenta una scelta ben precisa: quella di considerare questi bambini e ragazzi italiani a pieno titolo”.

Portogruaro. Il Bardo siamo noi. Immigrati e italiani davanti al Museo Nazionale Concordiese di Portogruaro

Tra il Museo del Bardo di Tunisi, dove i terroristi dell’Isis hanno ucciso inermi turisti, ed il Museo Nazionale Concordiese di Portogruaro da oggi corre un filo comune in più.

Il primo è quello storico e culturale. In entrambi i musei (inaugurati alla fine dell’800 a distanza di pochi anni l’uno dall’altro) sono esposte collezioni ed opere d’arte appartenenti alle stesse civiltà e culture: quella dell’Impero Romano ed il periodo paleo-cristiano.

Il secondo filo è quello della condanna del terrorismo fondamentalista, della solidarietà con le vittime e le loro famiglie e della aspirazione alla pace e al rispetto per tutte le fede, un filo che è stato teso oggi con la manifestazione promossa dalle associazioni degli immigrati locali, ed in particolare quelle islamiche proprio davanti al Museo portogruarese.

“E’ la nostra risposta, simbolica, all’attentato al Bardo” sottolineano gli organizzatori come Bouchaib Tanji, presidente della Federazione Islamica del Veneto, che hanno portato in poche ore una cinquantina tra immigrati provenienti da diversi paesi, tutti di tradizione islamica (Marocco, Senegal, Bosnia) e cittadini italiani a formare una catena umana dove spiccavano cartelli di solidarietà con la Tunisia, le famiglie delle 4 vittime italiane, la condanna del terrorismo che colpisce come un virus giovani di diverse nazionalità facendoli diventare degli assassini.

Il Museo Nazionale Concordiese di Portogruaro, come gli scavi archeologici della vicina Concordia, sono stati oggetto di visite di gruppo promosse dalla Associazione Immigrati della Venezia Orientale onlus nell’ambito dei progetti culturali “I colori del Leone”.

 

 

Portogruaro: in cento in piazza per la pace e la libertà in Ucraina

Grande partecipazione alla manifestazione promossa dall’associazione culturale ucraina Roksolana per la pace e la libertà in Ucraina che si è svolta oggi pomeriggio Portogruaro.

A distanza di un anno (21 febbraio 2014) dalla fuga dell’ex presidente Janukovyc avvenuta dopo quattro mesi di proteste popolari con epicentro la piazza principale di Kiev, Majdán Nezaléžnosti (piazza Indipendenza) un centinaio di ucraini, in grandissima parte donne, provenienti anche dai Comuni vicini di San Stino di Livenza, Concordia Sagittaria, Fossalta di Portogruaro, Latisana e Treviso, si sono ritrovati nella sala consiliare del Comune di Portogruaro per chiedere pace e libertà per il proprio Paese.

Numerosi gli interventi di sostegno alla iniziativa tra cui quelli dei presidenti delle associazioni Assalam, Tanji Bouchaib “dobbiamo crescere i nostri figli nella pace”, Kosova, Sami Binakaj, “sappiamo cosa sia la guerra e quindi la pace prima arriva meglio è) dell’on Sara Moretto (l’Italia è per una soluzione politica e diplomatica, non armata, del conflitto).

Due le testimonianze che hanno emozionato il pubblico: quella di Galia Nazaruk sui giorni di Piazza Maidan e quella di Marina Sorina, scrittrice ucraina, di famiglia ebrea e di madrelingua russa a testimonianza della multietnicità e multiculturalità che ha, da sempre, caratterizzato questo Paese e sul travisamento dei fatti operata dall’informazione controllata da Putin.

Il presidente di Roksolana, Andry Galyarnyk, ha ricordato l’impegno assunto dagli immigrati ucraini in Italia per la raccolta di medicinali e coperte da inviare al circa milione di profughi fuggiti dalle regioni al confine con la Russia dove si sono stati gli scontri più violenti con i miliziani filo-Putin. Un appello subito raccolto dal sindaco di Annone Veneto, Ada Toffolon, che ha donato coperte e medicinali.

Il sindaco Antonio Bertoncello che ha espresso la vicinanza delle Amministrazioni locali del Portogruarese al popolo ucraino ed il pieno sostegno al difficile tentativo di pacificazione e per il rispetto delle regole internazionali in corso in Ucraina dopo l’accordo di Minsk.

Al termine dell’incontro in Municipio i partecipanti hanno organizzato un corteo che, tra canti popolari ucraini e slogan per la pace si è concluso presso la chiesetta della Annunciazione dove si è pregato. Alla iniziativa sono arrivate le adesioni e la partecipazione dei Comuni di Portogruaro, Annone Veneto, San Stino di Livenza, Teglio Veneto, Concordia Sagittaria e San Michele al Tagliamento.

Le foto della manifestazione saranno pubblicate nella nostra pagina di Facebook nei prossimi giorni .

Festa del Kosovo: targa al merito a Muhamet Pozhari

E’ stato l’ospite principale della serata di festa organizzata dall’associazione Kosova di Portogruaro in occasione del settimo anniversario della proclamazione dell’indipendenza del Kosovo. Lui è Muhamet Pozhari, immigrato provenienti da Gjakova (Giacovizza, in italiano) cittadina situata al confine con l’Albania e autore di un atto di coraggio e solidarietà che ha avuto la prima pagina di tutti i giornali e telegiornali del Veneto: il primo gennaio si è tuffato nelle acque del canale dei Tolentini a Venezia per salvare una persona (un veneziano) cadutavi accidentalmente. Un gesto che gli è valso un permesso di soggiorno straordinario non essendone in possesso.

A Muhamet, commosso e felice di stare insieme ai suoi compatrioti, la comunità kosovara, tramite il Presidente di Kosova, Sami Binakaj, ha consegnato una semplice targa di ringraziamento “Per il coraggio e la generosità dimostrati nel tentativo di salvare la vita ad una persona sconosciuta a Venezia il 1 gennaio 2015.Un gesto che onora tutta la nostra comunità ed il nostro Paese”.

Alla festa, che si è svolta presso il ristorante Al Gallo Nero di Concordia Sagittaria sono intervenuti anche il Sindaco di Portogruaro, Antonio Bertoncello, e di Concordia Sagittaria, Claudio Odorico con il Vicesindaco Erica Chienellato . Tra i presenti alla iniziativa la comunità kosovara ha riservato molti applausi a don Gino Doro, parroco di Lison-Pradipozzo, che aveva dato ospitalità alle precedenti edizioni della festa.

 Le foto della festa saranno pubblicate prossimamente nella nostra pagina di Facebook

 

Portogruaro 21 febbraio 2015

Festa del Kosovo a Concordia Sagittaria

In occasione del settimo anniversario della proclamazione dell’indipendenza del Kosovo (17 febbraio 2008) la comunità degli immigrati kosovari del Portogruarese ha organizzato, anche per quest’anno una festa sociale.

L’iniziativa si svolgerà sabato 21 febbraio prossimo presso il ristorante Al Gallo Nero di Concordia Sagittaria con inizio alle ore 18.00.

Il programma prevede la cena sociale seguita da musiche, canti e balli della tradizione popolare kosovara.

E’ prevista la presenza ed il saluto del sindaco di Concordia Sagittaria, Claudio Odorico, e del sindaco di Portogruaro, Antonio Bertoncello.

Ospite d’onore della manifestazione Muhamet Pozhari, il venticinquenne operaio kosovaro, originario di Gjakova (Giacovizza, vicino al confine con l’Albania) che il primo gennaio di quest’anno non esitò a tuffarsi nelle gelide acque del Rio Tolentini a Venezia per tentare di salvare un  veneziano che, scivolando, vi era caduto dentro.

Muhamet, oltre a mettere a repentaglio la propria la vita, tuffandosi aveva rischiato anche l’espulsione dall’Italia in quanto sprovvisto di permesso di soggiorno che gli è stato poi assegnato dal Prefetto di Venezia per il valore del gesto compiuto.

“Per tutti noi kosovari- dice Sami Binakay, presidente dell’Associazione Kosova – Muhamet è un connazionale di cui andiamo fieri, un esempio per quello che ha fatto e gli siamo riconoscenti per aver dato onore al nostro popolo. Per questo sarà l’invitato speciale alla nostra festa così come lo sono stati, negli anni scorsi, i nostri connazionali che sono donatori del sangue con l’AVIS”.

 

“Non nel mio nome”. Musulmani e non, uniti nella condanna del terrorismo fondamentalista a Portogruaro

Notinmyname, Non nel mio nome. E’ la frase, mutuata dai giovani musulmani europei, con cui gli oltre 250 partecipanti alla manifestazione “Islam è pace” hanno espresso ieri sera in Municipio a Portogruaro la loro totale condanna “senza se e senza ma” del terrorismo fondamentalista e la solidarietà con tutte le vittime dei loro atti criminali: da Parigi alla Nigeria.

L’iniziativa promossa da AMVO onlus e dalle associazioni culturali islamiche Assalam di Annone Veneto e Spinea e Kosovo di Fossalta di Portogruaro, ha riscontrato l’adesione, oltre che del Comune di Portogruaro, anche delle amministrazioni comunali di Annone Veneto, Pramaggiore, Concordia Sagittaria, Fossalta di Portogruaro, San Stino di Livenza, San Michele al Tagliamento e Teglio Veneto rappresentate dal sindaco o da un assessore, tutti con la fascia tricolore. Adesioni sono arrivate poi da ANPI, Porto dei Benandanti, Scout Agesci, Comitato per la Pace, Università della Terza Età, Spi Cgil, Cisl Anolf, Centro Culturale Islamico di Pordenone, Assalam di Spinea, Ambasciatori del Mediterraneo. Tutti hanno accolto l’appello lanciato subito dopo i tragici fatti di Parigi per respingere “ogni tentativo di giustificare queste azioni indegne e sanguinose usando le parole del Profeta e il Corano: l’Islam” perché l’Islam “è religione di pace, di rispetto e di benevolenza verso di tutti, compresi coloro che professano fedi ed idee diverse”.

Nel corso della manifestazione sono intervenuti il sindaco di Portogruaro, Antonio Bertoncello, Muhamet Cirkoli, Bouchaib Tanji (anche per conto della Federazione Islamica del Veneto), Don Orioldo Marson, Dyane Massaer, Ahmed Madhi (che ha recitato la preghiera islamica “l’Aprente” per le vittime), Hajar Tanji e la undicenne Lina Chaibi con “Libertà e Rispetto” un disegno raffigurante l’idea di dell’unità nella diversità. Un tema toccato anche dal dott. Amos Luzzato in un messaggio di testimonianza inviato agli organizzatori dove, il già presidente delle Comunità Ebraiche Italiane, ha sottolineato come “nella grande famiglia umana debba prevalere una volontà su tutte le altre: quella di saper vivere insieme”.

L’iniziativa è stata conclusa dal prof. Zidane El Amrani, docente all’Università di Padova e Segretario nazionale della Confederazione Islamica Italiana “Quando ero bambino mia madre che faceva l’infermiera- ha raccontato- obbligava me e i miei dodici fratelli a non giocare nel giorno di venerdì e di sabato. Ho capito il perché solo quando sono cresciuto: non dovevamo disturbare i nostri vicini ebrei che rispettavano lo Shabbat”. Un esempio di come, nella quotidianità, si possa vivere insieme pur avendo fedi e convinzioni diverse: la formula della convivenza pacifica che insegna il “Nobile Corano” che El Amrani ha sviluppato nel suo intervento più volte interrotto dai calorosi applausi di tutta la sala.

Messaggio del dott. Amos Luzzato

A.Luzzatto_Contro il razzismo

Intervento di Bouchaib Tanji

Islam è pace_intervento Tanji

intervento di Lina Chaibi e disegno Libertà e Rispetto

intervento Hajar

 

tutte le foto della manifestazione su https://www.facebook.com/pages/Noi-Migranti/436422819745057

Portogruaro. XIII festa migranti: per la pace bisogna saper guardare oltre

(Galleria fotografica su https://www.facebook.com/pages/Noi-Migranti/436422819745057) Nessuno meglio di un emigrante può comprendere che la pace è possibile, ovunque. E’ questo il presupposto che ha guidato l’associazione Migranti della Venezia Orientale nella preparazione della 13^ edizione della Festa dei Migranti che si è svolta stamattina a Portogruaro (Palestra Stadio Mecchia). Ricordando i cento anni dello scoppio della Grande Guerra (discorso allegato) che terminò realmente dopo trenta anni, nel 1945, dopo un’altra guerra mondiale ancora più sanguinosa, l’Associazione ha sottolineato che la pace si è consolidata solo in quella parte dell’Europa che si è unificata e che ha saputo vedere ed andare oltre i conflitti. Il segreto della pace è dunque il sapere andare oltre e gli emigrati sono persone che hanno già cominciato ad andare, a guardare e a vivere oltre. Ecco perché possono capire meglio capire il valore della pace. E sulla pace hanno testimoniato Bouchaib Tanji, presidente del Centro Islamico Assalam di Annone Veneto (discorso allegato), Andry Galyarniyk (discorso allegato) per l’associazione ucraina Roksolana e Nuric Zijad di Sahat Kula in rappresentanza degli immigrati bosniaci “la parola guerra dovrebbe essere cancellata dai vocabolari”. Sul palco ad alternarsi con canti e musiche sul tema il Coro del Bertolini diretto dal Maestro Michele Bravin ed accompagnato dal Maestro Fabrizio Della Bianca, il coro Roksolana accompagnato alla fisarmonica da Viktor, la cantante russa Nadezda Lyamica (Glafira) e il trio balcanico composto da Nejla e Nijaz Delic e Jaksic Zoran. Le Targhe Extra sono state consegnate a sei immigrati volontari AVIS: Ahmed Ihab Adelaim (Egitto), Sergey Gutin (Ucraina), Zajda Asan (Macedonia), Dajana Trivic (Bosnia), Fatima El Azifi (Marocco) e Tamara Dogolov (Moldavia). L’Inno nazionale italiano, Fratelli d’Italia, eseguito dal Coro del Bertolini ha aperto e chiuso la manifestazione durante la quale sono intervenuti il sindaco di Portogruaro, Antonio Bertoncello e il dirigente del Bertolini; Sandro Supino, è stata presentata dalla applauditissima Lina Chaibi.

I doni di Babbo Natale e il Cuscus delle donne di Assalam e la esperta cucina di Fatima hanno concluso la bella e partecipata mattinata.