Portogruaro. La vicenda dei Ragazzi della Palestra è stata oggetto di una speciale lezione della Università della Terza Età del Portogruarese che si è svolta mercoledì 21 ottobre presso la Sala del Caminetto della Villa Comunale. Ad introdurre il tema il professor Alessio Alessandrini, presidente UTE che ha esordito sottolineando che la città di Portogruaro non godeva di tanta attenzione da parte dei media nazionali dai tempi in cui aveva la squadra di calcio in serie B.
La vicenda dei Ragazzi della Palestra, i 54 profughi ospitati appunto nella palestra dell’Istituto Luzzatto e le decine di volontari che, organizzati in un Comitato di Coordinamento si sono impegnati (e lo sono ancora oggi) per garantire loro una accoglienza dignitosa. Portogruaro – ha proseguito il presidente – ne è uscita come una città dal volontariato attivo e solidale, capace di gestire una situazione di emergenza in modo positivo ed intelligente”.
Gli obiettivi che il Comitato (composto da 21 associazioni locali) si è dato fin dalla sua costituzione – è stato spiegato- sono stati due: il primo di aiutare i ragazzi arrivati dalla Libia, soccorsi in mare dalla Marina Militare Italiana e, dopo lo sbarco in Sicilia, inviati nei primi giorni di luglio a Portogruaro, l’altro di aiutare la comunità cittadina a superare paure e diffidenze prodotte da campagne di disinformazione strumentali. Bastava uno sguardo per capire che erano solo dei ragazzi, alcuni giovanissimi: stremati dalla traversata, spauriti e spaesati. Ben difficilmente avrebbe potuto rappresentare una minaccia per gli abitanti del luogo. Obiettivi che sono stati centrati in pieno anche grazie all’apporto di decine e decine di cittadini, commercianti, liberi professionisti, medici ed imprenditori che hanno contribuito a trasformare una emergenza in un modello di accoglienza e di integrazione.
Nel corso della lezione sono intervenuti il dottor Davide Furlanis della Croce Rossa Italiana che ha relazionato sul monitoraggio della salute degli ospiti, le cui uniche sofferenze fisiche erano quelle legate alla fatica del viaggio; l’insegnante Teonilla Dal Mas che con alcune colleghe ha curato dei corsi di alfabetizzazione italiana resi più difficoltosi dalle diversissime provenienze geografiche degli alunni e la signora Alida Bragatto che ha portato la testimonianza delle tante mamme che sono accorse per prendersi cura soprattutto dei più giovani.
A spiegare chi sono questi richiedenti asilo la testimonianza di (in video) di Mario Nanni, emigrato italiano in Germania e da li inviato in Libia che ha raccontato le condizioni disumane a cui erano costretti i lavoratori asiatici, in particolari i bengalesi, ed africani in quel paese e un documnetario di Mauro Merosi, giornalista RAI, sulle piaghe che affliggono le popolazioni del Sahel a cui appartengono la maggior parte dei profughi della palestra.
Il momento più significativo è stata il racconto, di due dei “Ragazzi della Palestra”: Israfil del Bangladesh e Mamadou del Mali. Ne sono uscite storie di miseria e di violenza che hanno toccato profondamente l’uditorio. “