Dopo il convegno sul Profugato di Annone Veneto, seguito da un pubblico come non mai attento, partecipe e coinvolto nelle emozioni, il progetto “I colori del Leone_4” dedicato al Centenario della Grande Guerra prosegue con l’iniziativa “Sul Piave c’eravamo anche noi” che si svolgerà sabato 6 giugno prossimo. Intenso il programma dell’evento che prevede una visita guidata al Museo della Battaglia di Vittorio Veneto preceduta da una breve conferenza del prof. Mauro Pitteri sulle nazionalità dei combattenti nel fronte italiano, Piave compreso, durante la Grande Guerra. Un aspetto questo poco noto del conflitto che spesso viene liquidato come lo scontro tra gli eserciti del Regno d’Italia e dell’Austria-Ungheria. Invece dopo Caporetto, in soccorso dell’Italia, inviarono truppe sia la Francia che la Gran Bretagna. Operava già sul suolo italiano la Croce Rossa Americana. Soldati ausiliari dei tre eserciti, italiano, francese e inglese, provenivano dalle rispettive colonie o dai domini del Commonwealt. Sul fronte opposto, senza l’aiuto determinante delle divisioni tedesche, l’esercito austroungarico non sarebbe riuscito a sfondare nella XII battaglia dell’Isonzo. Tale esercito arruolava soldati provenienti dalle diverse nazionalità soggette a Vienna e a Budapest. La ricerca storica condotta tra i documenti, le testimonianze, i diari dell’epoca e i Cimiteri di Guerra sparsi nel Triveneto propongono invece una lista di nazionalità dei combattenti o comunque dei soldati coinvolti che va dall’Etiopia alla Russia, zingari compresi.
Conoscere questa parte della storia, ricordare questi aspetti di quella che Papa Benedetto XV definì una “inutile strage” è un atto doveroso. Un contributo utile a rendere più vicini coloro che sentiamo più lontani. La Grande Guerra, di cui ricorre il Centenario, fu veramente di tutti; la pace può esserlo solo se è per tutti.