Nell’ambito del progetto Vicini lontani/Arcobaleno della cittadinanza, realizzata in collaborazione con la Conferenza dei Sindaci del Veneto Orientale, le associazioni degli immigrati del Portogruarese hanno organizzato per domenica 7 marzo 2010 la Festa del Martişor (SĂRBĂTOAREA MĂRŢIŞORULUI 2010), una antica tradizione delle terre che vanno dalla Macedonia alla Moldova e che celebra ogni anno, ai primi di marzo, l’arrivo della primavera.
In questa giornata è usanza portare nella giacca o al polso un Martişor (in italiano si legge “martiscior”, diminutivo di martie – marzo, quindi traducibile come marzolino). In molte regioni i Martişor vengono regalati dagli uomini alle donne con dei fiori primaverili, in altre, come in Moldova, viceversa. Un tempo anche i genitori legavano il Martişor al polso dei loro bambini come portafortuna.
Il Martişor più diffuso è costituito da due fili intrecciati, uno che rappresenta il rinnovamento, la primavera, l’altro l’inverno. Ai fili viene attaccata una figurina in legno o in metallo: un cuore, una lettera, un quadrifoglio, un fiore o altro ancora.
La festa è stata una occasione per far conoscere a tutte le persone che vivono in questo territorio, italiane o immigrate da altri paesi, qualcosa di una usanza che già accomuna popoli che abitano più paesi e che parlano più lingue e che si riconduce alla tradizione più vasta ed universale di festeggiare la fine della stagione del freddo e la rinascita primaverile.