A San Stino di Livenza vivono e lavorano, ben integrati, oltre 1.400 cittadini stranieri, immigrati da quasi 60 diversi paesi del mondo appartenenti a tutti i continenti.
Alcuni di loro sono arrivati agli inizi degli anni ’90 come profughi, scappati dalle guerre della ex Jugoslavia. Un centinaio, le badanti, vive e dorme in casa con persone anziane o disabili.
La scorsa estate però, quando si è ventilato l’ipotesi (peraltro senza alcun fondamento) che anche a San Stino sarebbero arrivati i profughi del Mediterraneo, non pochi cittadini si sono spaventati.
“Eppure – commentano i volontari che si occupano di loro- queste persone non hanno nulla di diverso da tutti gli altri immigrati con i quali lavoriamo insieme, mandiamo i figli a scuola, e a cui facciamo assistere i nostri anziani. Provengono dalle stesse nazioni, addirittura dalle stesse regioni e città. Il fatto è che questa volta si è scatenata una campagna mediatica che li ha dipinti come invasori, approfittatori e delinquenti”.
Dove però si è riusciti guardarsi in faccia, a conoscerci, tutto questo timore si è sciolto come neve al sole e, anzi, la solidarietà ha sopravanzato il pregiudizio. Come è stato a Portogruaro con i cd Ragazzi della Palestra, diventati un caso nazionale di buona accoglienza.
Nella Sala Consigliare del Municipio saranno alcuni di questi stessi profughi e volontari a raccontare le loro storie personali e collettive e a rispondere alle domande del pubblico con il supporto anche di testimonianze video e reportage.
“Invitiamo soprattutto ai sanstinesi che sono rimasti spaventati o preoccupati da questo fenomeno, anche se magari, non hanno mai visto in faccia un profugo, ad essere presenti. Questo incontro è dedicato soprattutto a loro, perché non è giusto che debbano vivere male per motivi inesistenti”.
Tra i testimoni anche il dottor Davide Furlanis, volontario della Croce Rossa Italiana, e per lunghi anni medico condotto a La Salute di Livenza.