(Galleria fotografica a fine testo). Due Leoni hanno aperto la festa della mamma ucraina che si è svolta ieri a Portogruaro, presso l’oratorio di San Nicolò. Olga Svirska della provincia di Ternopoli ha mostrato al pubblico il rushnik ricamato a mano dalla nonna negli anni ‘20 con gli emblemi della Galicia, una delle regioni storiche dell’Ucraina: il tridente e il leone rampante con la corona regale. Un rushnik che venne tenuto nascosto per tutto il periodo in cui l’Ucraina era Repubblica della URSS quando era vietato esporre i simboli della indipendenza nazionale. Dall’altra il Leone di San Marco della bandiera della Regione del Veneto con la sua storia di simbolo universale. Alla iniziativa, promossa dalle associazioni Roksolana e Migranti della Venezia Orientale nell’ambito del progetto I colori del Leone a cui contribuisce la Provincia di Venezia, ha partecipato la quasi totalità degli immigrati ucraini di Portogruaro e dintorni. Canti popolari, canti della tradizioni vocale ucraina e folk moderno si sono mescolati con poesie sulla mamma. Molta gioia ed altrettanta commozione, specie per le donne che, occupate come badanti e colf, hanno lasciato la famiglia in patria. Una festa, presentata da Oksana Paniv e Taras Pavlushynskyy, pienamente riuscita per Oksana Zadorozhna, presidente della associazione Roksolana, l’eroina dell’Ucraina, fatta prigioniera dei Tatari fu obbligata nell’harem del sultano Solimano il Magnifico e ne divenne la sposa preferita e di grande influenza.