“Il conferimento del Premio Nobel per la Pace a Ellen Sirleaf, presidente della Liberia, alla sua compatriota Leymah Gbowee e alla yemenita Tawakkul Karman è stato un evento molto gratificante per noi donne africane. Io lo considero anche il “mio” premio. Mi chiedo se gli uomini africani lo vedono allo stesso modo. Dovrebbe essere un premio che cambia le cose per le donne e gli uomini. Gli uomini dovrebbero infatti dare l’opportunità alle donne africane di utilizzare le loro capacità mentre le donne africane non possono più tirarsi in dietro e dire che non possono fare niente perché gli uomini non le lasciano fare.
Le donne africane con questo premio, dovrebbero prendere dei ruoli importanti in famiglia, e avere il gusto di cambiare il mondo per il meglio. Dovrebbero arrivare a dire di No al marito, dove vedono che è necessario. L’uomo rimane, nella cultura africana, il capo famiglia, ma deve capire che essere capo vuol dire anche servire, curare, badare e riconoscere.
Sono stati altri a vedere che la donna africana ha un valore, e che le donne africane contribuiscono tanto alla pace e allo sviluppo. Adesso tocca a noi, africani, riconoscere questa realtà.”
Siri Nangah Spora